Tiscali chiude il 2017 in utile per la prima volta, nuovo piano industriale 2018-2021

L’operatore continua a risalire la china e si vedono i primi risultati importanti

Giovedì si è riunito il cda di Tiscali per approvare il Bilancio 2017. L’azienda arriva all’utile per la prima volta dalla fondazione nel 1998. Nel 2015 la società sarda si è fusa con Aria e al vertice è arrivato Riccardo Ruggiero, con pluriennale esperienza in Olivetti, Telecom e in USA.  Ma torniamo al Bilancio 2017. La società  ha registrato profitti per 0,8 milioni. I ricavi sono stati 207,6 milioni (+ 5,4% rispetto al 2016). Questo grazie alla crescita dei clienti broadband sul fisso (+11 mila clienti sul 2016) e mobile (+64 mila clienti sul 2016) e alla rifocalizzazione sul core business.

L’ebitda è stato di 29 milioni (+7,1% rispetto al 2016), grazie alla crescita dei ricavi e alla riduzione dei costi aziendali. Nella fattispecie, sono scesi i costi del personale (- 5,8 milioni di euro sul 2016) per la riduzione del -30% dei dipendenti rispetto a dicembre 2016.

Inoltre, dopo il parere positivo Agcom sul rinnovo della licenza sulla frequenza 3.5GHz fino al 2029, il cda ha riprogrammato il piano industriale 2018-2021.

Il 7 maggio gli azionisti russi Investment Construction Technology e Sova (ex Otkritie Capital), si sono impegnati a finanziare l’azienda per 17,5 milioni ciascuna. Il cda di Tiscali chiederà all’assemblea di approvare l’emissione di un prestito obbligazionario convertibile e/o di un aumento di capitale riservato di 35 milioni.

Alle banche Tiscali ha chiesto una moratoria sui pagamenti. Questo perché il grosso problema dell’azienda resta il debito che si porta appresso. Al 31 dicembre 2017 era sceso a 178 milioni di euro. Diciamo che la strada è cambiata rispetto al passato, è innegabile, però c’è ancora molto da fare per portare l’azienda ai fasti di un tempo.

Tiscali chiude il 2017 in utile per la prima volta, nuovo piano industriale 2018-2021

 

 

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